mercoledì 21 luglio 2010

E’ notte fonda, ed io seduto sulla poltrona di un Boing 767 non riesco a chiudere occhio.
Ho tanto tempo per pensare, mancano diverse ore al raggiungimento della meta, molti passeggeri dormono, il computer di bordo segnala che stiamo sorvolando il mar Morto, l’altitudine è di quasi 12.000m. e la temperatura è di 57 gradi sotto zero.
Dal finestrino nessuna immagine, il buio ammanta tutto, solo qualche lucina oppone resistenza alla sua supremazia, chissà se qualcuno da laggiù si è accorto della nostra presenza.
Nella mia mente tante immagini. Già le immagini, tutta la nostra esistenza e rappresentata da immagini come fotogrammi della pellicola di un film, come foto indelebili conservate in un angolo recondito della memoria.
Mi sono innamorato della fotografia a vent’anni in una calda sera d’estate, guardando sulle bianche mura incalcinate di una delle nostre antiche case di campagna, le diapositive dell'amico, Beppe, tornato dall’Africa. L’emozione che provai fu così intensa e profonda, che decisi in quell’istante di imparare a fotografare per condividere quelle stesse emozioni con le persone che amo e gli amici. Da quel momento ho desiderato fissare in un fotogramma le sensazioni che provo guardando la gente attraverso un obiettivo.
In questi anni, ho percorso sentieri e piste che mi hanno condotto in terre lontane. Ho conosciuto popoli, lingue e religioni, comunicando coi gesti, con gli sguardi, coi sorrisi, atavici mezzi di comunicazione, che riaffiorano in quei momenti di grazia, quando sono lontano dalla mia dimensione abituale.
Questi incontri hanno lasciato in me, un segno profondo e ogni volta che seleziono le immagini che intendo esporre, riaffiora l’eco dei ricordi, delle impressioni, delle emozioni di allora.
Osservare una foto è infatti un esperienza profonda, provi ad immaginare il luogo, il momento e cosa facessero i soggetti fermati per sempre da quello scatto.

Fotografare un tempo non era così semplice, se non eri a conoscenza dell’uso di tempi, diaframmi ed il loro indissolubile rapporto, sensibilità della pellicola e sua latitudine di posa e altre mille altre variabili, il risultato era inguardabile.
Nessun aiuto da quelle fantastiche macchine meccaniche se non una semplice lancetta di sotto o sovra esposizione rappresentata dall’esposimetro interno (galvanometro), che ci indicava verosimilmente la corretta esposizione e la messa a fuoco garantita dal telemetro.
Se potessi quantificare il costo delle centinaia di scatti persi prima di raggiungere la decenza forse oggi girerei in Jaguar.
L’avvento del digitale, ha sconvolto ogni regola, moltissime maestranze di grandissima esperienza hanno perso il lavoro, sostituite da una stampante e da un p.c.
Se penso ai fotografi del passato soprattutto i reporter di guerra condividere la prima linea con i soldati, affrontando le pallottole armati solo di una reflex, o ai reportage geografici che ci hanno consentito di conoscere luoghi e popoli lontani, provo per loro un profondo senso di gratitudine e grandissima stima.
Tutto questo ha avuto inizio grazie all’intuizione di Leonardo da Vinci quasi 500 anni fa e poi nel tempo affinata fino ad arrivare fino a noi.
Non abbiate paura quindi di scattare, anche se osservare i propri scatti a volte è deludente e diverso da ciò che abbiamo visto i nostri occhi. Non va dimenticato infatti che la macchina, essendo tale, non riproduce i sentimenti, quindi l’immagine vista dai nostri occhi, sarà senz’altro più bella perché gravida di emozioni trasmesseci dallo stato d’animo vissuto in quell’istante.
Tristezza, felicità, euforia, affetto, odio, ilarità, tenerezza, simpatia, ecc. son parte di noi "umani" non di una “macchina”, ma il tempo e l’esperienza, ci consentono di trasmettere anche queste emozioni e questo che fa grande un fotografo, catturare l'attenzione e farci pensare.
Naturalmente non sto parlando di me, ma mi piace pensare ad uno spazio, il blog, in cui scrivere i miei pensieri e condivederli con amici e sconosciuti che diverranno a loro volta nuovi amici con cui discutere e confrontarsi reciprocamente a parlar di sensazioni, di emozioni, di tecnica, viaggi. Un "luogo" in cui come in una piazza virtuale, incontrarsi quando se ne ha voglia e raccontarsi. Vi aspetto Domenico.

4 commenti:

  1. :-) eccomi, io ti seguirò d'ora in avanti!
    un bacio e in bocca la lupo
    Pippi

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  2. Finalmente questo fantomatico blog sei riuscito a realizzarlo...bravo!!!
    E poiche' quello che fortemente ci unisce e' la passione per i viaggi e per la fotografia sono certa che attraverso questo mezzo continueremo a confrontarci...
    Un'abbraccio
    Isa

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  3. Grazie Isa, un pò è anche merito tuo, anzi parecchio visto che la maggior parte delle vecchie dia che vedremo in questo blog sono state scannerizzate da te. Visti i risultati,quasi quasi approfitto ancora e te ne porto altre, prometti di non cacciarmi via? A presto

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